Alla fine degli anni ’80, in coincidenza con il “Caso Gladio”, ricominciò in modo esponenziale una nuova campagna diffamatoria nei confronti del Generale de Lorenzo, in cui vennero proposte questioni già risolte come il c.d. colpo di Stato e le deviazioni del SIFAR. Tuttavia, non vi fu alcuna contro informazione governativa ed istituzionale, perché faceva comodo a tutti che evidenti responsabilità politiche ricadessero su un Generale che, tra l’altro, non poteva più difendersi in quanto defunto.

L’apice della disinformazione si manifestò nella bozza di relazione proposta dal Presidente della Commissione Stragi Giovanni Pellegrino che voleva ricostruire la Storia della prima Repubblica dagli anni 1960 in poi, basandosi sulle tesi dei suoi collaboratori Giuseppe De Lutiis e Giovanni Cipriani.

Riguardo alle c.d. deviazioni del SIFAR la bozza di relazione ritenne certo quanto sostenuto nella Relazione Beolchini, senza minimamente considerare che le conclusioni di tale relazione furono vagliate dalla Magistratura di Roma che non rilevò alcun illecito nelle attività del S.I.F.A.R. e tanto mento nei confronti del Generale de Lorenzo (vedi Sentenza Moffa).

La Relazione Beolchini, inoltre fu presa in considerazione nella sentenza del Tribunale di Roma che condannò i giornalisti Scalfari e Jannuzzi. Il Tribunale rilevò, infatti, che il generale Beolchini era stato nominato presidente della Commissione in spregio al criterio di imparzialità stante il suo ben noto disaccordo con il Generale de Lorenzo e ritenne che “le conclusioni di tali commissione fossero di scarso valore alle quali deve disconoscersi piena efficacia probatoria perché prive delle indicazioni degli specifici elementi in base alle quali esse furono adottate. (vedi stralcio Sentenza Tribunale Roma pagg. 278 – 282)

Riguardo al c.d. Colpo di Stato la bozza di relazione ripropose la minaccia golpista del “Piano Solo” senza minimamente tener conto della sentenza di condanna dei giornalisti Scalfari e Jannuzzi, delle risultanze della Commissione Parlamentare d’Inchiesta Alessi e nemmeno delle conclusioni della Commissione Stragi presieduta dal Senatore Gualtieri. (vedi sentenza Tribunale Roma, Commissione Parlamentare Inchiesta, conclusioni Commissione Stragi presidente Gualtieri).

Avverso la proposta di Relazione Pellegrino il 5 e 6 febbraio 1997 si svolse a Roma, a palazzo Valdina, il “Convegno sulla disinformazione”.

Intervennero numerosi giornalisti, studiosi e politici per contrastare quanto in essa contenuto. Tra gli interventi ci fu una relazione di Alessandro de Lorenzo “SIFAR e Piano Solo”, basata su documenti, che dimostrò l’infondatezza delle accuse. (vedi convegno sulla disinformazione, Relazione Alessandro de Lorenzo “SIFAR e il Piano Solo”).

Questa proposta di Relazione non stata è mai votata in parlamento e l’on. Pellegrino in seguito ad un approfondito studio degli avvenimenti ha preso distanza dai suoi collaboratori De Lutiis e Cipriani.

Infatti l’11 giugno 2003 fu organizzato un importantissimo convegno “La guerra fredda ed il caso de Lorenzo” ove Pellegrino ha asserito che il Piano Solo “era solo abbozzato” e “non ci fu nemmeno un inizio di attivazione di quella pianificazione che rimase sulla carta”questa pianificazione non fu mai nemmeno completata ed al figliolo del generale de Lorenzo ho espresso questa mia idea con uno scambio di lettere cortesi che abbiamo avutoci fu un’enfatizzazione giornalistica del caso, non c’è dubbio”. (vedi Intervento Pellegrinolettera Pellegrino a Col de Lorenzo).

Ciononostante questa bozza di relazione è poi stata ripresa integralmente come verità storica in vari siti che fanno riferimento alle tesi di De Lutis e Cipriani che si basano su fatti marginali ed ipotesi personali contraddicendo precedenti risultanze.

Basta leggere il cosiddetto “Piano Solo” – che dal 1990 è visionabile senza più gli omissis all’epoca apposti – per verificare quanto la descrizione che ne è stata fatta non corrisponda assolutamente alla realtà. Vengono qui di seguito allegati nella loro versione integrale gli elaborati dei Comandi delle tre divisioni dei Carabinieri, la Pastrengo di Milano, la Podgora di Roma, e la Ogaden di Napoli, complessivamente definiti “Piano Solo”.